Galway è una
gran bella città. Entriamo nell'ostello che si trova sul corso, Quay Street, e
come al solito la fortuna ci assiste. La receptionist abbassa la cornetta e
dice che due persone se ne sono appena andate e che quindi possiamo prendere il
loro posto. Perfetto. Saliamo al terzo piano dove si trova la nostra stanza
che a stento contiene i due letti a castello. In compenso la finestra è un
portento. Il muro è così spesso ed il bancale così profondo, che diventa un piccolo spazio intimo in cui sedersi e guardare, attraverso i
doppi vetri, la gente in strada. Ci prepariamo e scendiamo.
Lungo tutta
Quay Street e High Street ci sono decine di musicisti di strada con i più
differenti strumenti. Una giapponese tutta intenta a suonare l'arpa, xilofonisti acrobati, chitarre e cajònes de flamenco, banjos. Dai
pub, invece, esce musica rock.
Ci fermiamo
a mangiare in un piccolo localino in posizione defilata e ci restiamo finchè
non chiude. Un salto in un paio dei grandi pub e poi verso il fiume dove i
ragazzi sono riuniti a gruppi. Il lungo fiume qui è sorprendentemente vivo. Non
ci sono argini, l'acqua scorre semplicemente un metro e mezzo al di sotto della
pavimentazione e sul bordo stanno seduti a bere decine di ragazzi. Mi sorprende
positivamente il fatto che, nonostante le zone siano potenzialmente pericolose,
ci siano così tante ragazze sole, fuori dal gruppo, a coppie.
Oltrepassata
una delle porte che ancora rimangono dell'antica fortificazione, ci troviamo a
passare di fianco ad un locale interessante, ricavato nell'edificio che sorge
lungo la banchina. Purtroppo appena tentiamo di entrare ci dicono che è chiuso
e rimaniamo con la voglia di passarci qualche ora.
La mattina
scendiamo in strada per l'ultima ricognizione di rito (Galway, come tutte le
città irlandesi, offre il meglio di sè nella vita notturna) e prima di riprendere la macchina facciamo in tempo ad ascoltare un
vecchino che, nessuno sa come, ha portato un pianoforte verticale di un bel color castagno all'incrocio tra le strade del centro e lì, alle dieci di
una domenica mattina, delizia i passanti con brani di musica classica.
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