È vagando
per diverso tempo che, finalmente, la incontriamo. Al fondo di una strada
bianca senza uscita, fiancheggiata da alti alberi ricchi di foglie. Quello che
ci si para di fronte è la Corcomroe Abbey, un imponente complesso abbandonato costruito
completamente con la pietra calcarea tipica del Burren. Fondata alla fine del
XII secolo, l'abbazia conosciuta come "Santa Maria della Roccia
Fertile"divenne il monastero dei Cistercensi che vi rimasero dal 1249 al
1628. Quello che ora rimane è una maestosa chiesa, anche questa senza più il
tetto, a croce latina. La grande navata centrale è interrotta da una parete che introduce un secondo ingresso assiale, ma non riusciamo a
ricostruire esattamente se fosse un esonartece o se la costruzione venne ampliata mantenendo la
vecchia facciata. Ai lati i resti di due navate minori, coperte ad un livello
più basso, danno corpo allo spazio centrale raccordandolo con il chiostro. Due volte
a crociera, costolonate e intrecciate, coprono l'ampia abside che termina con
un'alta trifora a sesto acuto ed una piccola monofora in chiave. Un semplice
altare in pietra si erge al di sopra di una pavimentazione ormai inesistente,
ridotta ad un acciottolato.
Tutto il
complesso, non solo l'antico chiostro (di cui rimane pressochè nulla), ma
perfino dentro la chiesa, di fronte all'ingresso, nelle cappelle laterali,
nella nave centrale e nelle nicchie absidiali, è invaso da lapidi e tombe. Quello
che era un luogo di preghiera e cultura è ora divenuto un piccolo cimitero a
cielo aperto.
È strano
addentrarsi in questi luoghi. Passeggiare sulle teste di uomini morti secoli
fa. Rubare il silenzio e la sacralità con le nostre parole e le nostre
fotografie. Mi sento un po' un corvo, saltellando trai vari muretti diroccati. E,
sotto un cielo plumbeo, lasciamo questo luogo di pace.
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