Siamo in
fila lungo la parete esterna della moschea, il sole a picchiare sulle nostre
teste. I giapponesi riparano la pelle pallida con cappelli e sciarpe,
capannelli di italiani sfilano sfoggiando stile e cliché internazionali.
Mentre ci
muoviamo all'unisono, ebeti componenti del corpo invertebrato della fila, ecco
che qualcosa mi attrae.
Protetti dalla stretta e lunga loggia uomini e bambini cominciano a radunarsi di fronte alle piccole fonti, a sedersi sugli scranni di pietra e legno. Arrotolano i pantaloni, le maniche delle camicie fino al gomito. E cominciano a lavarsi mani e piedi, purificando il corpo dopo il momento di preghiera collettivo. A fianco dei più vecchi, con le loro barbe antiche, stanno le nuove generazioni. Antiche calzature e Nike ultimo modello, il rito dell'acqua e la prosaica presenza di dispenser in plastica per il sapone.
Protetti dalla stretta e lunga loggia uomini e bambini cominciano a radunarsi di fronte alle piccole fonti, a sedersi sugli scranni di pietra e legno. Arrotolano i pantaloni, le maniche delle camicie fino al gomito. E cominciano a lavarsi mani e piedi, purificando il corpo dopo il momento di preghiera collettivo. A fianco dei più vecchi, con le loro barbe antiche, stanno le nuove generazioni. Antiche calzature e Nike ultimo modello, il rito dell'acqua e la prosaica presenza di dispenser in plastica per il sapone.
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