sabato 27 aprile 2013

la città che non dorme - day 2



Il ritorno è rigorosamente a piedi. Riscendiamo fino al ponte superando il mercato del pesce, ormai chiuso e passando tra gli immancabili venditori ambulanti di carne alla griglia, pesce, riso, dolci. Mentre osservo i gruppi di uomini che stanno pescando dal parapetto mi domando se siano tutti affetti da qualche strana forma di insonnia, da disagi familiari o se semplicemente provino reale piacere a pescare a quest'ora. Sotto il ponte i locali notturni (una batteria di pub e piccole discoteche di vario genere) sono affollati di gente. Sul cammino per tornare nella città vecchia incontriamo persone occupate nelle più assurde offerte commerciali, soprattutto considerata l'ora. Un signore dai capelli corti, quasi completamente bianchi, sta appoggiato con le spalle al parapetto del ponte offrendo la sua bilancia da casa a chi volesse pesarsi. Un uomo seduto sulle scale del sottopassaggio guarda il nulla sperando che qualcuno acquisti uno dei suoi topi di plastica. Scampoli di tessuto sono appesi a delle grucce lungo la banchina, mentre paia di scarpe sportive stanno esposte su pile di scatole, poco lontano.
Il bazar delle spezie riposa nella penombra delle luci artificiali. Percorriamo strade illuminate e vuote, risalendo verso Sultanahmet.
La fame comincia a farsi sentire e poco dopo mezzanotte ci fermiamo a cenare in uno dei tavoli all'aperto di un ristorantino. Sento distintamente di fianco a noi tre ragazze civettare con uno degli inservienti dell'hotel dove evidentemente risiedono. Un gruppo di persone di lingua tedesca danno spettacolo offrendo da bere shots ai camerieri.
Risaliamo la collina costeggiando il parco Gulhane e le mura del palazzo Topkapi. La città vecchia è vuota e silenziosa. Prima di imboccare la strada che ridiscende la collina per riportarci all'hotel passiamo nel cuore di Istanbul. In quello che era il fulcro della meraviglia religiosa di un tempo e la congestione dei flussi turistici odierni. Alle due estremità del parco Sultanahmet, con le sue siepi e le sue fontane, si trovano infatti Aya Sofia e la Moschea Blu. Viste a quest'ora, spogliate della confusione della città e del perenne mercato che circonda i visitatori, appaiono come degli immensi gioielli che trafiggono la notte con i loro minareti.
Al rientro in albergo per fortuna ci è stata cambiata la stanza. Questa notte si dorme nel sottotetto mansardato. E, gran lusso, acqua calda per la doccia.

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