Poi il fuoco languì placidamente la mattina dopo e pian piano tutti i mezzi ubriachi invasati della sera prima tornarono alle loro abituali consuetudini con nelle orecchie e negli occhi la scintilla dell’attesa. Tutti placidi e tranquilli, quel pomeriggio, tranne i cospiratori.
Salone della Locanda ore 15.20 giorno 0: 5 uomini, 1 donna e un ragazzetto di 15 anni.
Elenco dei cospiratori di Limeux:
“Francesco Corsi”
“Presente”
“Irmine Dupuis”
“Presente”
“Briac Lefevre”
“Presente”
“Fernand Roussel”
“Presente”
“Anton Mathieu”
“Presente”
“Egide?”
“Che cazzo ci fai qui?
“Beh che volete Irmine ha invitato anche me.”
“Guy?”
“Si Monsieur “
Francesco prese la parola per primo:
“Bene ecco i fatti. Metteremo su una storia tutta nostra, con tanto di attori e birra a fiumi. Inoltre pubblicizzeremo la cosa nelle fattorie vicine e nei paesini in modo da dare allo spettacolo il brivido della notorietà!”.
“Bene io credo che ci ricaverò il mio buon profitto senza tasse!”, disse Irmine mentre stappava il vino da buona padrona di casa.
“Si ma come facciamo per le luci, la scena e il testo da recitare?”, chiese Fernand scettico.
Francesco li guardò uno ad uno e spiego: “La scena è il castello, il testo è già scritto e già diviso in 10 parti, gli attori non sono un problema, Briac si occuperà dell’arruolamento”.
“La gente del paese è impazzita, vogliono partecipare tutti. Mi toccherà tenerli a bada col fucile”, disse Briac.
“Se è il caso aumentiamo il numero dei personaggi non importanti, ma non possiamo superare le 14 persone”, chiarì Francesco.
“E le luci?” chiese Anton preoccupato per la sua nuova responsabilità.
“Umm... a quelle ci dovremmo pensare, ma ho una mezza idea di usare delle lanterne” rispose Francesco.
“Possiamo rastrellare il paese e pigliare qualunque cosa somigli ad una lanterna”, disse Briac.
“…E la storia della scalata e la discesa ve la state dimenticando?”, intervenne Fernand, e tutti furono immediatamente attratti da questo dettaglio.
Fino a quel momento nessuno aveva sottolineato che, nella scena culmine dell’opera, Francesco (per motivi tutti suoi personali) avrebbe scalato a mani nude la parete della Torre, per ridiscendere in seguito con una ragazza sulla groppa. Ma in effetti nessuno aveva ancora pensato a come questa cosa potesse verificarsi, anzi, a dirla tutta, nessuno pensava realmente che fosse possibile.
“Certo occorrerà trovare una ragazza che non pesi troppo”, disse Irmine provocando in tutti un vago sorriso.
“Elsie?”, chiese Anton.
“Um... No, pesa troppo”, rispose Briac,
“Abbiamo bisogno di una damigella da salvare”. Tutti si voltarono verso Guy che era intervenuto per la prima volta. Guy, con i suoi 15 anni, era il membro più giovane di tutta la comunità di Limeux: era orfano, abitava con il prete della chiesa di Limeux e pascolava le pecore del sig. Durand.
“Molto appropriato direi!”, esclamò Francesco “Lasciate che pensi io alla damigella. E una questione personale.”.
Gli astanti convennero che non c’era molto da dire visto che il mio amico non si era ancora confidato del tutto sul motivo di tutto quel trambusto che per altro ormai si reggeva da solo sull’eccitazione di massa che aveva destato nel placido paese di Limeux.
E fu lì che la porta si aprì lasciando entrare un Adrien Moreau trafelato e molto preoccupato.
“Monsier Moreau, mancava giusto lei” lo chiamò subito Irmine sventolando la bottiglia di vino.
“Buongiorno a tutti! Grazie cara Irmine, no! Abbiamo un problema serio!”
“Che problema Adrien?”, chiese Briac accogliendo in sua vece l’invito di Irmine.
“Monsier Gauthier… mi ha scritto. Sta tornando al castello.”
Silenzio.
“Quanto tempo abbiamo?” chiese Francesco.
“Al massimo… 4 giorni”.
“Troppo pochi!”, disse Fernand.
“Siamo fregati!”, disse Briac.
“Non ancora!”, disse Egide.
E la compagnia lo guardò con rinnovato interesse. “Lasciate fare a me. Diciamo che abbiamo una settimana da oggi per organizzare tutto. Vi basta?”.
“D’accordo”, disse Francesco.
“Cosa pensi di fare?”, chiese Briac.
“Tu non ti preoccupare, riuscirò a trattenerlo per tre giorni buoni.”.
A questo punto Francesco diede chiari ordini a tutti. Briac avrebbe cominciato il “casting degli attori” da quella sera stessa. Fernand e Anton, accompagnati da Adrian, si sarebbero occupati di addobbare nel migliore dei modi il posto. Irmine avrebbe provveduto a una massiccia campagna pubblicitaria, Egide avrebbe fatto il giro di tutte le fattorie vicine per informare dello spettacolo e al momento giusto avrebbe fornito un valido diversivo per tenere sig. Gauthier alla larga dal castello.
Finito di distribuire incarichi a tutti, Francesco prese il giovane Guy da parte e gli dette delle precise istruzioni, nessuno sentì quello che si dissero: Guy se ne andò dalla locanda per primo con in mano una nota scritta che recava un nome e un ora prestabilita, nessuno lo rivide nei giorni successivi.
Salone della Locanda ore 15.20 giorno 0: 5 uomini, 1 donna e un ragazzetto di 15 anni.
Elenco dei cospiratori di Limeux:
“Francesco Corsi”
“Presente”
“Irmine Dupuis”
“Presente”
“Briac Lefevre”
“Presente”
“Fernand Roussel”
“Presente”
“Anton Mathieu”
“Presente”
“Egide?”
“Che cazzo ci fai qui?
“Beh che volete Irmine ha invitato anche me.”
“Guy?”
“Si Monsieur “
Francesco prese la parola per primo:
“Bene ecco i fatti. Metteremo su una storia tutta nostra, con tanto di attori e birra a fiumi. Inoltre pubblicizzeremo la cosa nelle fattorie vicine e nei paesini in modo da dare allo spettacolo il brivido della notorietà!”.
“Bene io credo che ci ricaverò il mio buon profitto senza tasse!”, disse Irmine mentre stappava il vino da buona padrona di casa.
“Si ma come facciamo per le luci, la scena e il testo da recitare?”, chiese Fernand scettico.
Francesco li guardò uno ad uno e spiego: “La scena è il castello, il testo è già scritto e già diviso in 10 parti, gli attori non sono un problema, Briac si occuperà dell’arruolamento”.
“La gente del paese è impazzita, vogliono partecipare tutti. Mi toccherà tenerli a bada col fucile”, disse Briac.
“Se è il caso aumentiamo il numero dei personaggi non importanti, ma non possiamo superare le 14 persone”, chiarì Francesco.
“E le luci?” chiese Anton preoccupato per la sua nuova responsabilità.
“Umm... a quelle ci dovremmo pensare, ma ho una mezza idea di usare delle lanterne” rispose Francesco.
“Possiamo rastrellare il paese e pigliare qualunque cosa somigli ad una lanterna”, disse Briac.
“…E la storia della scalata e la discesa ve la state dimenticando?”, intervenne Fernand, e tutti furono immediatamente attratti da questo dettaglio.
Fino a quel momento nessuno aveva sottolineato che, nella scena culmine dell’opera, Francesco (per motivi tutti suoi personali) avrebbe scalato a mani nude la parete della Torre, per ridiscendere in seguito con una ragazza sulla groppa. Ma in effetti nessuno aveva ancora pensato a come questa cosa potesse verificarsi, anzi, a dirla tutta, nessuno pensava realmente che fosse possibile.
“Certo occorrerà trovare una ragazza che non pesi troppo”, disse Irmine provocando in tutti un vago sorriso.
“Elsie?”, chiese Anton.
“Um... No, pesa troppo”, rispose Briac,
“Abbiamo bisogno di una damigella da salvare”. Tutti si voltarono verso Guy che era intervenuto per la prima volta. Guy, con i suoi 15 anni, era il membro più giovane di tutta la comunità di Limeux: era orfano, abitava con il prete della chiesa di Limeux e pascolava le pecore del sig. Durand.
“Molto appropriato direi!”, esclamò Francesco “Lasciate che pensi io alla damigella. E una questione personale.”.
Gli astanti convennero che non c’era molto da dire visto che il mio amico non si era ancora confidato del tutto sul motivo di tutto quel trambusto che per altro ormai si reggeva da solo sull’eccitazione di massa che aveva destato nel placido paese di Limeux.
E fu lì che la porta si aprì lasciando entrare un Adrien Moreau trafelato e molto preoccupato.
“Monsier Moreau, mancava giusto lei” lo chiamò subito Irmine sventolando la bottiglia di vino.
“Buongiorno a tutti! Grazie cara Irmine, no! Abbiamo un problema serio!”
“Che problema Adrien?”, chiese Briac accogliendo in sua vece l’invito di Irmine.
“Monsier Gauthier… mi ha scritto. Sta tornando al castello.”
Silenzio.
“Quanto tempo abbiamo?” chiese Francesco.
“Al massimo… 4 giorni”.
“Troppo pochi!”, disse Fernand.
“Siamo fregati!”, disse Briac.
“Non ancora!”, disse Egide.
E la compagnia lo guardò con rinnovato interesse. “Lasciate fare a me. Diciamo che abbiamo una settimana da oggi per organizzare tutto. Vi basta?”.
“D’accordo”, disse Francesco.
“Cosa pensi di fare?”, chiese Briac.
“Tu non ti preoccupare, riuscirò a trattenerlo per tre giorni buoni.”.
A questo punto Francesco diede chiari ordini a tutti. Briac avrebbe cominciato il “casting degli attori” da quella sera stessa. Fernand e Anton, accompagnati da Adrian, si sarebbero occupati di addobbare nel migliore dei modi il posto. Irmine avrebbe provveduto a una massiccia campagna pubblicitaria, Egide avrebbe fatto il giro di tutte le fattorie vicine per informare dello spettacolo e al momento giusto avrebbe fornito un valido diversivo per tenere sig. Gauthier alla larga dal castello.
Finito di distribuire incarichi a tutti, Francesco prese il giovane Guy da parte e gli dette delle precise istruzioni, nessuno sentì quello che si dissero: Guy se ne andò dalla locanda per primo con in mano una nota scritta che recava un nome e un ora prestabilita, nessuno lo rivide nei giorni successivi.
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