Ospedale.
Letto.
“bip” delle macchine.
Lui le stringeva la mano delicatamente mentre lei lo guardava con un filo di vita appesa agli occhi.
“bip”
Lui aveva sul cuore un peso, non riusciva a piangere, ma avrebbe voluto farlo, non voleva che lei lo vedesse triste, ma avrebbe voluto piangere.
“bip”
“Come sta la nonna sta facendo molta fatica con i bambini?” chiese lei con un sussurro.
“Bene… la nonna … per lei va bene… non ti preoccupare”
“Bip”
“Quel tuo amico ha detto che domani passerà di nuovo prima dell’operazione” sussurro lei.
“E’ un bravo medico dopo gli andrò a parlare… ci sono i bambini fuori… vorrebbero vederti…”
“Bip”
“Falli venire, uno alla volta…”
Uno alla volta in qual reparto. I pazienti non devono essere disturbati. I medici non devono essere intralciati.
L’uomo andò a chiamare i suoi figli.
“Bip”.
Mentre si allontanava guardò un ultima volta verso di lei, mentre lei guardava lui allontanarsi, mentre lui se ne andava, anche lei se ne andava. Lui si sentiva morire dentro.
“Bip”
Lei no.
domenica 20 gennaio 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
5 commenti:
cavoli che storia sentita mi piace, chi la scritta è un genio
mmmhhh
chissa se qualcuno pur non conoscendomi capisce il significato di questa storia
cavoli Amelia!!!! appena leggeno le storie mi riconoscono devo scrivere più incognito
tutto il mondo ti tana
tutti ti conoscono
sei già un divo
wowowowow
Posta un commento