Apro la porticina che si ritaglia dentro il grande portone di Carrer Mallorca e mi ritrovo nel sole barcellonese delle 14.00. Mi guardo intorno finché una voce richiama la mia attenzione dall’altra parte della strada. La guardo e la riconosco. Dentro un elegante cappotto nero sta Marta a lato di uno scooter. Attraverso le 4 corsie senza curarmi del rosso ed andiamo a pranzo.
Scendiamo una scaletta e ci ritroviamo in una taverna con le pareti in pietra e le volte in cotto. Ci sediamo ed ordiniamo. Mi racconta di lei. Di come sia stata mesi a Londra per perfezionare la lingua, di come voglia lavorare per Ove Arup (il più grande studio di strutturisti al mondo), di come abbia mandato curricula da Chicago a Tokio. Sono realmente sorpreso. Ha entusiasmo da vendere e mi dice che sta per iniziare un corso di cucina giapponese.
La sera usciamo con i ragazzi dello studio: Barbara e Alessandra, italiane, Daniel, statunitense, e Deborah, tedesca. Ci sediamo sui divani e mentre ordiniamo arriva Gioia, ragazza di Lugo, che si unisce a noi. Daniel ci presenta la sua ragazza, che risulta essere l’unica spagnola del gruppo. Si unisce a noi anche Chavi, il catalano fratello del capo. Visto che Debby non parla spagnolo ci imbarchiamo in una discussione in inglese sul perché delle nostre scelte accademiche, scoprendo che a volte le scelte capitali sono molto meno romantiche di quanto ci si aspetterebbe.
-anche se la mia lo è, romantica-
Usciti dal bar il gruppo Italia si dirige verso casa, chiacchierando per i marciapiedi dell’Eixample. Passiamo di fianco a Casa Milà, illuminata come una grande scultura spugnosa incrostata sull’angolo di Passeig de Gracia.
A casa le ragazze stanno guardando Dr. House in tv mentre gli altri sono fuori per un aperitivo. Ci scaldiamo la pasta del giorno prima (un ragù+ come quelli di Martin, con la differenza che è buono) e mangiamo sui tronchi che costituiscono le nostre sedie. Dopo la prima puntata la tv viene ammutolita e lo stereo manda Lauren Hill a palla, tanto che non riesco a parlare con Gwen che mangia di fianco a me. A quanto pare i vicini non hanno intenzione di lamentarsi.
Prima di andare a dormire penso di entrare nel mondo di Amelie, ma sono troppo stanco. E crollo nel mio loculo in affitto in un sonno profondo, mentre al di là della mia testa la house impazza ancora una volta.
giovedì 24 gennaio 2008
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1 commento:
ma questa house quand'è che impezza? o impuzza? insomma, impazza e basta.. basta!!
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