lunedì 7 gennaio 2008

natività

Quando sono nato sembrava tutto normale. (A parte che il medico aveva detto a mia madre di abortire)
Mi sono messo a vivere. Molto bene, pochi ricordi, i primi amori non corrisposti, le prime teorie sulla vita e i primi amici di cui non ricordo nemmeno il nome. Tutto normale.
Il disastro è iniziato dopo!
Nessuno te lo chiede di vivere però intanto un giorno ti schizzano fuori dal culo di tua madre e ti sbattono uno zaino sulle spalle: "e vai!"
“E Ora?” dico io
“Adesso vivi!” ti rispondono
“Studia!”
“Diventa grande in qualcosa!”
“fatti valere!”
“Se quella ragazza ti piace provaci!”
E io tutto contento come un coglione al primo appuntamento, zaino in spalla, sorriso sulla faccia, l’abbecedario sotto l’ascella.
Poi l’ecatombe. Già perché nel mezzo di tutti i consigli per gli acquisti si sono scordati alcuni dettagli da nulla. Tipo il Dolore. Il groppo allo stomaco che ti piglia quanto senti che vorresti svitare il mondo dal suo piedistallo e vederlo rotolare giù dalla scrivania. Quando capisci che non sei un genio della pittura contemporanea, Quando ti rendi conto di sapere suonare la chitarra poco meglio che il campanello di casa, Quando fai fiasco con tutte le ragazze del pianeta (dico tutte), Quando la poesia migliore che hai scritto è la lista della spesa.
Quanti di noi pensano di non valere una cicca? Pensano che in fondo non valga la pena alzare le chiappe dal cesso (che comunque è uno dei momenti migliori della vita). Quanti di noi guardano stancamente la propria vita e pensano che sarebbe ora di dargli una riverniciata, ma non hanno la più pallida idea di come si faccia?
Siamo sinceri con noi stessi: “Io non valgo un cazzo!”
Altro che grandi propositi, Altro che aspirazioni, sogni, obbiettivi, vittorie.
Basta! Lasciamoci penetrare dal vero significato della vita: “nulla”
E diciamolo a gran voce “CHI SE NE FREGA!”
Se il tuo capo è uno stronzo.
Se la ragazza che ti piace neanche ti vede.
Se hai smesso l’università perché non avevi voglia di fare una sega.
Se i tuoi genitori ti valutano a pagelle.
“CHI SE NE FREGA!”
Ecco come si piglia la vita: a colpi de “CHISENEFREGA”.
Dobbiamo essere gli araldi del libero pensiero scevro da ogni pensiero!
Dobbiamo essere le trombe squillanti dell’unica vera battaglia al cessate il fuoco!
Dobbiamo essere vivide luci che brillano in una giornata di sole accecante!
“CHI SE NE FREGA!”
Orgogliosamente nullità!
Uniti vinceremo!
Ecco la mia filosofia! Il mio inno alla gioia!
Ecco la mia bandiera! La mia maglietta portafortuna!
Ecco la lingua! La poesia dell’eternità!
Ecco!
“CHI SE NE FREGA!”
Nulla m’importa!
Nulla mi tange!
Nulla può nulla!

E poi arrivò lei.

11 commenti:

agne ha detto...

Tipo il Dolore.
°°°eh, tipo.. ma va?°°°
Il groppo allo stomaco che ti piglia quanto senti che vorresti svitare il mondo dal suo piedistallo e vederlo rotolare giù dalla scrivania
°°°lifeisatrain.blogspot.com/2008/
01/tipo-il-dolore.html°°°
Quando ti rendi conto di sapere suonare la chitarra poco meglio che il campanello di casa
°°°questo pensavo che l'avessi scritto tu!! tipo: ma sono 2 anni che ha la chitarra e fa ancora gli stessi 2 accordi?? e lo spirito della musica se na va...°°°
Quando la poesia migliore che hai scritto è la lista della spesa.
°°°questa invece sono io°°°

Anonimo ha detto...

I dettagli.Sono i dettagli che fregano, sempre.Anche quando manderesti tutto a puttane e incontri occhi che brillano, quando nel dolore riesci ancora a vedere la nebbia che sale da quella lastra di ardasia che dicono sia l'arno ma che al momento sembra apparso da un altro mondo,...
dettagli.
coincidenze.
magie.
lei.
sono i dettagli che fregano, danno speranza.

Amélie ha detto...

welcome wanderer. in fondo la vita è fatta di dettagli. ameliè lo sapeva. le mani nei legumi. i sassi nel canal sant-martin. la creme brulè.
e i pesci chimici dell'arno.
chissà, magari un giorno la città si sveglierà e l'acqua si sarà trasformata in una gigantesca lastra di plexiglass, come nei plastici e la gente ci potrà camminare sopra. i pesci sotto. le canoe incastrate in mezzo. e la gente sopra.
chissà---

Amélie ha detto...

papaya.. non ho capito nulla!
a parte che ci sono un sacco di poesie non scritte su carta
ciao!

Anonimo ha detto...

Mmm...camminare sull'arno e i pesci sotto...bella immagine! complimenti! Comunque quello che volevo dire è che le cose possono andare nel peggiore dei modi ma c'è sempre un particolare, sempre, per cui si può dire: ecco, per questo vale la pena, per questo posso rialzarmi, per questo posso continare, per questo posso sperare.
e è quasi sempre un dettaglio, non la grande fulminazione, ma vale più scorgere quella frazione di secondo di tutto l'oro del mondo!

Anonimo ha detto...

"Sperenza" è anche un grosso cavo di pura canapa usato in sostituzione della catena dell'ancora. Dettagli. Ma ti salva.

Amélie ha detto...

o una catena in cristalli di zucchero in mezzo al mare

Anonimo ha detto...

in questo caso ti consiglierei di guardare dall'altra parte della nave :)
a meno che non sia la strega di hansel e gretel in vacanza sul suo battello di cioccolato e canditi...in tal caso svegliati perchè stai sognando!!!

Anonimo ha detto...

alla canapa attacchi anche un gassa d'amante ed ecco che da approdo diventa partenza (definitiva)

Amélie ha detto...

comincio a capirci veramente poco in qs post..
ok, giorgio. giusto perchè ti sei spiegato in altra sede. non credo che nessuno degli altri abbia capito cosa intendevi..
wander, cos'è sta cosa della barca di cioccolato?

Anonimo ha detto...

ahahah!una associazione mentale che mi è venuta istintiva partendo dalla tua catena di zucchero.
immagine molto poetica, tra l'altro, ma assolutamente irreale!